Mostra personale «Trasparenze e riflessi», 1985

«Trasparenze e riflessi», Galleria Eleutheros
Albissola Marina (SV), 22 luglio – 1 agosto 1985

Da quando, nuovo io e lei nuovamente iscritta, ci conoscemmo in Accademia da Paulucci il pittore, di Valeria Ciotti ho pensato scultore; e tanto più adesso che dipinge acque e cieli (trasparenze e riflessi).

Forse perché non c’è nulla nei suoi lavori di men che preciso e misurato, tanto che di ogni parte valuti lunghezza spessore peso, insomma la materiale consistenza. E poi: se è da scultore afferrare le cose e trattenerle qui, alla distanza di un braccio; e da scultore mantenere o costruire sbarramento tutt’intorno al fantasma così che non ci siano fughe o perdite di densità e tensione, certo Valeria Ciotti è dalla parte della scultura. E non stupisce il piglio come prende la mano e il discorso e un po’ tutta la vita e l’irritazione con cui taglia il disordine e infilza l’approssimazione.

Tanto è forte la consapevolezza dell’unità essenziale che può consentirsi, qualche volta, la strategia dello sparpagliamento e l’artificio della sfaccettatura (oh, il magistero del mare!), per catturare attraverso distanze «impossibili» scaglie e schegge perfino di sogno e di sole.

Che cosa possa averti indotto a scegliere la pittura per poter essere scultore posso supporre: per esempio mi pare che uno scultore che non voglia cedere al trucco (un mucchietto di terra per una montagna, gesso per pietra…) debba trovare dove e come trasporre il proprio desiderio di concretezza presente; tu hai scelto di affidarlo – scommessa rischiosa ma ponderata – alla cristallina purezza dei pigmenti, alla trasparenza lucente dell’acqua (è scelta di pulizia formale o etica che dir si voglia).

| Pino Mantovani |

Catalogo: Presentazione di Pino Mantovani.
Illustrazione in catalogo: |Acq•trasparenze 13|.