Presentazione

Angelo Ciotti

Questa pubblicazione è un omaggio a mia sorella Valeria, alla sua attività artistica che tanto spazio ha avuto nella sua vita. Vuole anche essere una prima risposta a comuni amici e ai parenti che talora mi sollecitavano a rinnovare la visione della sua produzione, per così rinsaldarne ed esaltarne il ricordo. Accanto a queste motivazioni, per così dire sentimentali, v’è però quella del dovere che ho sentito, quale seppur parziale testimone, di raccogliere e ordinare il materiale esistente per poterlo consegnare a chi o a cosa sarà destinato, perché penso che difficilmente altri avrebbe poi potuto o voluto compiutamente farlo, rischiandone così la dispersione o l’oblio. C’è voluto un po’ di tempo a completare l’opera e ne chiedo scusa. Ho fatto il possibile perché risultasse bella, sebbene sia ben poca cosa rispetto a tutto quanto lei mi e ci ha dato e lasciato. Confido che arriverà presto anche la mostra.

La pubblicazione si compone di due volumi. Il primo, quello presente, è un catalogo in forma classica, con testi critici e relative illustrazioni. Il secondo è l’inventario di tutta la produzione di Valeria, o per lo meno di tutta quella di cui sono in possesso e di cui conosco la collocazione. Di alcune opere non reperite è rimasta la fotografia, di poche altre ho appena una traccia (un titolo, la notizia di una vendita non conosciuta) non sufficiente però a individuarle. La maggioranza di tali opere, e per alcuni settori la totalità, sono raffigurate in icone. Spero che questa edizione serva anche a far emergere quello che non è reperito, o di altro ipotetico che non conosco, per eventuali aggiornamenti.

Desidero in particolare qui ringraziare di cuore i singoli quattro autori dei testi critici compresi in questo primo volume.

Innanzi tutto Pino Mantovani che ha descritto e fatto rivivere con grande acutezza i giovanili lavori di scultura di Valeria, quelli che rimangono della sua attività in questo settore di produzione risalente unicamente al quadriennio 1948-52 come allieva di Scultura dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Egli ci introduce con grande sapienza e suggestione nella Torino artistica dell’epoca, nel contesto precedente e contemporaneo a Valeria, descrivendo il «territorio e il substrato che contribuì all’iniziale formazione e al dibattito del suo primo impegno d’artista». Segue quindi un’analisi specifica del linguaggio proprio della scultura. Ci dà anche una chiave di lettura dell’opera successiva, pittorica e grafica di Valeria (della quale fu compagno nella di lei ulteriore frequenza alla stessa Accademia, corso di Pittura, sul finire degli anni ’60) che appare chiaramente radicata in quella originaria vocazione. Sono inoltre grato a Pino Mantovani per i preziosi suggerimenti che hanno accompagnato il progetto di questa pubblicazione.

In secondo luogo ringrazio la giovane Monica Mantelli che si è assunta l’impegno di esaminare l’intera produzione trentennale di oli di Valeria dandoci suggestive interpretazioni psicoanalitiche dei fili conduttori del suo produrre e anche una convincente analisi della non appartenenza del suo stile ad alcuna corrente artistica a lei contemporanea. La Mantelli si è fortunosamente ed efficacemente sostituita nell’esame critico di questo settore a Francesco Lodola che ne aveva inizialmente assunto l’incarico poi lasciato per ragioni esterne alle nostre comuni volontà. Merita però riportare, come terzo testo, gli immediati ma penetranti e raffinati commenti ai singoli quadri che esaminò fino a quel momento, quale prezioso contributo alla scoperta della composizione e dello spirito delle opere.

Un grazie molto speciale va a Manuela Cusino che ha svolto un immenso lavoro di verifica, selezione e catalogazione di più di 500 opere di grafica e acquarello lasciatemi da Valeria o in possesso di collezionisti: un patrimonio che Valeria in realtà non ebbe mai modo di ordinare. Manuela, che aveva già seguito Valeria in vita, anche con presentazioni di mostre, è riuscita con questo tenace e devoto lavoro, prima puntigliosamente analitico e poi di mirabile sintesi, a organizzare una classificazione che a posteriori ci sorprende per apparente veridicità. Nei suoi testi mette in evidenza i fili conduttori della fitta trama di lavoro di Valeria proponendoci anche, da quel grande magazzino di informazioni e deduzioni che ha acquisito, alcuni esempi di connessioni e parallelismi fra le stesse opere grafiche e quelle ad olio, azzardando anche la convinzione che l’opera ad acquarello abbia rappresentato il culmine della maturazione artistica di Valeria. Io mi permetterei di osservare che molti caratteri di pazienza, tenacia e amore accomunino le due persone.

Infine cosa devo dire a Pier Luigi Ghisleni, già mio maestro e poi collega e benevolo amico, per la testimonianza che ha voluto lasciarmi, con la quale, in così brevi e affascinanti tratti di prosa cadenzata di poesia, ha svelato la più vera Valeria? Lo ringrazio commosso per il suo scritto a cui veramente si addice il posto d’onore in questo volume.

Non posso non ricordare l’editore e il grafico che pazientemente hanno raccolto tutti i nostri desideri (e incertezze) escogitando ogni più bella soluzione compositiva per ogni problema. Nonché lo stampatore Umberto Geda che, pensate, si è rivelato essere stato coinquilino nell’alloggio proprio di fronte a quello di Valeria nella sua ultima abitazione al sesto piano della casa di Moncalieri.

Infine, e ancora, credo di dover ringraziare quegli angeli tanto presenti nello spirito e nelle opere di Valeria che, venendo dal mistero, hanno sicuramente guidato da vicino tutta l’opera che ora prende luce; incasellando e incastrando a nostra insaputa gli elementi formativi e trasformando in occasioni di miglioramento i tanti contrattempi o impedimenti sopravvenuti. Anche per tutto ciò sono, in conclusione, obbligato a credere anch’io in loro.