Stamperia del Borgo Medioevale
Torino, Parco del Valentino, 11-24 novembre 1972
Pittura e incisione sono due aspetti complementari, distinti eppure inscindibili, della attività artistica di Valeria Ciotti. Vale a dire che la ricca sensibilità di questa pittrice si articola in una poliedricità d’aspetti, tutti espressivi di un mondo fantastico tanto intenso quanto affidato alle risorse di un’attenzione sempre viva di fronte allo spettacolo del mondo e delle cose, di un amore per gli aspetti del mondo che non tollera preclusioni o esclusioni. Può apparire un inizio di discorso, questo, sconcertante in quanto steso a proposito di una pittrice di cui una buona parte del lavoro si risolve in forme astratte o almeno che devono all’astrazione la loro intelaiatura compositiva e stilistica. Ma non crediamo che potrà sfuggire all’osservatore attento, anche se non avrà avuta la possibilità di seguir l’opera figurativa dell’artista, colle sue ricerche pittoriche e plastiche sulla figura umana, come la matrice di queste immagini sia appunto in quell’adesione alle forme naturali, poi liberamente trasformate e trasfigurate dalla fantasia.
Già allieva di Enrico Paulucci, la Ciotti dal maestro ha accolto il richiamo a una visione essenzialmente coloristica: e se questa si concreta sulla tela in un inebriante entusiasmo per i giochi delle tinte e della luce – sempre del resto controllati da un accorto senso del disegno e della misura compositiva – nei fogli incisi l’assenza di quelle tinte, non smentisce la qualità essenzialmente coloristica della visione dell’artista: la rende soltanto più riservata e raffinata. Si veda, per esempio con quanta sapienza di trapassi veramente tonali, il «puntinato» le consente di realizzar attraverso la lastra, una quasi mimetica equivalenza delle marezzature della sabbia, o come l’indagine delle forme vegetali suggerisca effetti d’intensità non soltanto lineare, ma squisitamente atmosferica.
Si rivolga dunque alla resa di un mondo ricco di luce e colore così intensi da obliterarne gli aspetti visivi più consueti e da restituirli in un ordine nuovo fedele solo al temperamento dell’artista, o si ritragga nell’intimità contemplativa, accarezzando colla punta aguzza ma lieve dell’incisore le minime gradazioni della luce e dell’ombra, in questo duplice movimento il dono e di riserbo, di accensione e di accoglimento Valeria Ciotti si definisce come una personalità vibrantemente viva.
| Albino Galvano |
Catalogo: Presentazione di Albino Galvano.
Illustrazione in catalogo: «Nudo» (intimità), |Oli•039|.
Illustrazione in locandina: Pierrot, |Oli•042|.