Opera che si colloca nella fase in cui la ricerca verso una forma personale di astrazione, comunque sempre lirica, del linguaggio pittorico di Valeria scivola/devia/vira verso moduli un po’ da pittura astratta centro europea e francese post-espressionista (anni ’40).
Questo lavoro mi sembra comunque collocarsi all’interno di/accanto ad una serie di lavori (v. Festa d’estate, |Oli•053|, «Monoliti» |Oli•055|, Vigneti sotto la neve a Ramàts, |Oli•058|) del ‘72 nei quali Valeria ha cercato a mio avviso di scandagliare le possibili valenze lirico-astratte del motivo/tema paesaggio in alcune sue forme e momenti di luce, cercandone i diversi esiti emozionali.
Qui sembra di avere davanti un paesaggio collinare colto in un momento di luce e stagione in cui i colori sembrano confondersi, diventare indefiniti fino al punto di virare verso un esito straniante. Il risultato dell’opera è compositivamente/cromaticamente molto bello ed elegante; la profondità di campo è solo sottilmente accennata, tant’è che ad una prima impressione/lettura la veduta sembra piatta e lo scorrimento dell’occhio solo verticale. Æ TAV. VI
Francesco Lodola
N.B. In parentesi sono riportate le ipotesi di titolazione indicate dal critico al momento dell’esame del regesto allora in essere.

«Meriggio» (Paesaggio collinare?)
1972, firmato
olio su tela, 50 x 70 cm